Il giorno della memoria corta: una denuncia all'opocrisia del presente

 


IL GIORNO DELLA MEMORIA CORTA: UNA DENUNCIA ALL'IPROCRISIA DEL PRESENTE!


Oggi, 27 gennaio 2025, commemoriamo il Giorno della Memoria, una ricorrenza istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto e riflettere su uno dei capitoli più oscuri della storia dell’umanità. 

Il 27 gennaio 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono Auschwitz, rivelando al mondo gli orrori dello sterminio nazista. È un giorno che dovrebbe richiamare alla responsabilità morale, all’impegno collettivo per evitare che tragedie simili possano ripetersi. Eppure, la memoria sembra essersi fermata lì, cristallizzata nel passato, mentre il presente grida un dolore altrettanto acuto che molti preferiscono ignorare.

Il “Mai più” dovrebbe essere un imperativo universale, valido per tutti, ovunque. Eppure, da più di un anno, assistiamo a un massacro nella Striscia di Gaza, dove decine di migliaia di palestinesi hanno perso la vita sotto i bombardamenti indiscriminati dell’esercito israeliano. Quartieri rasi al suolo, ospedali e scuole distrutte, vite spezzate: immagini che rievocano le atrocità del passato, ma che oggi non suscitano lo stesso orrore. Cecchini colpiscono deliberatamente civili disarmati, compresi bambini, in una crudeltà che richiama scene strazianti come quelle viste in Schindler’s List.

A tutto questo si aggiunge l’assordante silenzio di chi dovrebbe alzare la voce: rabbini che non partecipano alle commemorazioni organizzate dall’ANPI, personaggi pubblici che osano preferire il nazista Goering a chi denuncia il genocidio palestinese. 

La stessa esclusione della Russia dalla cerimonia ufficiale di Auschwitz-Birkenau è un insulto alla storia e alla memoria: fu l’Armata Rossa a liberare quel campo di sterminio, e il popolo russo ha pagato un prezzo altissimo con 27 milioni di vittime, di cui 18 milioni di civili.

La memoria non può essere selettiva. Non possiamo limitarci a ricordare solo ciò che ci fa comodo o ciò che è politicamente accettabile. Dobbiamo denunciare le ipocrisie del mondo occidentale, che condanna i crimini di ieri, ma chiude gli occhi di fronte a quelli di oggi. 

Se il Giorno della Memoria ha un senso, è quello di spingerci a guardare oltre il passato, per riconoscere e combattere l’ingiustizia ovunque si manifesti, senza distinzioni, senza pregiudizi, senza compromessi.

La vera memoria è azione, è coerenza, è giustizia. Altrimenti non è memoria: è solo vuota retorica.

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