Attualità: La scuola in Cina come modello del futuro?

Pericolosi esperimenti di IA (intelligenza artificiale nelle scuole cinesi...)


https://www.wsj.com/video/under-ais-watchful-eye-china-wants-to-raise-smarter-students/C4294BAB-A76B-4569-8D09-32E9F2B62D19.html


In Cina l’intelligenza artificiale viene usata in modo sempre più pervasivo per esercitare un sofisticato controllo sociale.
Si tratta di un’applicazione cruciale (e inquietante) usata in diverse scuole cinesi, che sperimenta un nuovo sistema di gestione dei comportamenti degli studenti.
Questo grande Paese, entro il 2050 vuole diventare il leader mondiale per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, vede nella scuola un momento fondamentale nella costruzione della società futura. Alunni e alunne cinesi sono da tempo nel mirino di diverse riforme che riguardano proprio lo studio e l’approccio all'intelligenza artificiale (Ai). Secondo alcuni osservatori, inoltre, il segreto del futuro cinese nell’AI sarebbe proprio da cercare in alcuni metodi sperimentali applicati nel campo dell’educazione.
L’Ai non è solo un metodo di insegnamento ma è diventato anche lo strumento con il quale i comportamenti di alunni e alunne saranno analizzati.


E’ progettato per registrare sei tipi di azioni: «leggere, scrivere, alzare la mano, alzarsi in piedi, ascoltare l’insegnante, appoggiarsi sulla scrivania».
L’applicazione registra anche le espressioni facciali e coglie segnali che indicano felicità, rabbia, agitazione, paura o disgusto.
Tutte le informazioni che sono raccolte, vengono naturalmente analizzate e inviate poi agli insegnanti, che in questo modo “dovrebbero sorvegliare meglio comportamenti e rendimento degli studenti. Con tanto di dati e faccine che, su un display, indicano quali sono le emozioni prevalenti in classe”.
Un numero crescente di aule in Cina sono dotate di telecamere a intelligenza artificiale e tracker di onde cerebrali. Molti genitori e insegnanti giudicano in modo positivo questi strumenti “ IA “ (di telecamere a intelligenza artificiale e tracker di onde cerebrali) che consentono di migliorare i voti. Sono però diventati il peggior incubo per molti bambini.
Ho visto il video sul sito del Wall Street Journal e mi è sembrato un film di fantascienza, un pianeta dove trasformano i bambini in piccoli automi.
Invece è tutto vero! In Cina testano sui ragazzini, sui bambini, in diverse scuole, alcune applicazioni futuristiche, per “aiutare” gli studenti ad essere più “produttivi”, studiare di più, creare una forza lavoro che possa dominare il futuro del mondo.
Sulla testa dei bambini viene messo un cerchietto tecnologico che ha delle lucine che si accendono.

L’insegnante può vedere, in base al colore della luce se lo studente si sta concentrando, se sta pensando ad altro o sta facendo finta di ascoltare la lezione.
I docenti inoltre hanno sul monitor un’applicazione dove guardano i dati aggregati di tutti gli studenti sia per classe che per corso.
Anche i genitori possono verificare in tempo reale con un’applicazione associata se il proprio figlio è stato attento alla lezione.
Tutto gravita intorno agli impulsi neurocelebrali e l’obiettivo per il governo cinese è migliorare la produttività degli studenti. Avere sotto controllo con telecamere sia docenti, alunni ed infine tutta la popolazione.
Come ha detto Marco Montemagno: https://marcomontemagno.it/video/la-scuola-del-futuro/, è pericoloso lasciare nelle “telecamere e nei tracker di onde celebrali) la responsabilità di istruire i bambini. Ma è la tecnologia a supporto dell'uomo o finiamo ad essere noi uomini a supporto della tecnologia?
Ma fino a che punto la scuola deve “performare” gli studenti, sostituendo la cultura, la conoscenza e le competenze con nuovi termini come educazione efficiente ed efficace?
Per il governo cinese, il sistema educativo deve essere migliorato, nel senso che bisogna essere efficienti, nel senso che tutti i bambini devono fare le cose nel modo sempre più giusto, ridurre il limite dell’errore, sempre più veloci, sempre più precisi, sempre più concentrati.
La domanda che ci dobbiamo porre è: la parola “efficace” vuol dire fare la cosa giusta? Cosa accadrà alla salute mentale dei bambini? Come inciderà l’intelligenza artificiale nella loro crescita, nel loro sviluppo? Il libero arbitrìo e la coscienza critica verranno trasformati in azioni performanti?

L’intelligenza artificiale non può e non deve gestire né condizionare la vita dei bambini.
Cosa intendiamo per intelligenza emotiva?
Malgrado l’Intelligenza Emotiva sia riconosciuta a livello globale come una delle competenze chiave per uno sviluppo corretto della psiche umana, ancora troppo poco spesso se ne sente parlare all'interno delle scuole.


Questo tipo di intelligenza, con il supporto di validi esperti di settore che forniscano approfondimenti e strategie per riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni,permette di cogliere le sensazioni nel modo corretto, restituendo la capacità di accrescere le proprie doti relazionali per costruire rapporti sani ed efficaci.
“L’educazione emotiva è ciò che più scarseggia nel sistema scolastico italiano”
Umberto Galimberti, filosofo, sociologo, psicoanalista e giornalista si è espresso in merito alla tematica evidenziando la netta differenza che intercorre tra “istruzione” come semplice trasmissione di conoscenze ed “educazione” che è quella che consente ai più piccoli di sviluppare la loro identità personale: “L’educazione emotiva è ciò che più scarseggia nel sistema scolastico italiano, quando un ragazzo rimane impantanato nello stadio pulsionale il rischio è che sviluppi forme di violenza e bullismo. La pulsione non si esprime in parole, ma solo in gesti e azioni”.


Una delle proposte del Prof. Galimberti è quella di ridurre il numero di studenti assegnati ad ogni classe, che dovrebbero essere al massimo 15. Inoltre la proposta di una formazione specifica per i docenti i quali dovrebbero essere assunti anche, e in particolar modo, in base a criteri emotivi e non unicamente conoscitivi.“Se una persona non è empatica e coinvolgente non può fare il professore. È qualcosa che non si può imparare”, afferma Galimberti.

Insomma c’è una nazione come la Cina che spinge verso l’uso pericoloso dell’intelligenza artificiale nelle scuole e in Italia c’è il filosofo Galimberti che indica nella figura dell'insegnante empatico e coinvolgente la chiave del successo formativo dello studente. Secondo il filosofo sono cinque le abilità chiave dell’intelligenza emotiva : il riconoscimento, la comprensione, il vocabolario emozionale, l’espressione e le strategie di gestione delle proprie emozioni.
Mentre in Italia si litiga sullo storico dilemma: se il sistema d’istruzione deve puntare più sulle conoscenze o sulle competenze o sull'insegnante empatico e coinvolgente che sappia sollecitare l’intelligenza emotiva degli studenti, i cinesi hanno deciso di dire addio alla scuola come modello educativo e culturale e trasformarla in un sistema performante.
L’obiettivo del politica cinese è: “Costruire un bambino, addestrandolo a fare tutto e bene grazie all'intelligenza artificiale, usando le sue emozioni e trasformandole in azioni performanti”.


“Stai sereno, ci pensiamo noi alla tua alimentazione, alla tua crescita, alla tua educazione, alla tua cultura, ovviamente in cambio della tua libertà”.


Paolo Latella 

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