Per non dimenticare le nostre radici, da dove veniamo...



Per non dimenticare le nostre radici, da dove veniamo...
Il giorno della memoria. La storia di mio cugino... Bruno Tuscano un eroe partigiano fucilato dai fascisti il 24 gennaio 1945.



Questa è il testo della lettera che scrisse prima di essere fucilato.

S. Maurizio 24 - 1 - 45 ore 15


Adorati genitori.
Quando leggerete la presente io non sarò più.
Un'ineluttabile fato mi vieta di rivedervi e riabbracciarvi prima di morire : questo era il mio più grande desiderio prima di morire.
Non tremo davanti alla morte, in queste ultime ore pregherò per voi come sempre ho fatto.
Vi conforti il pensiero del figlio per cui vi sacrificaste tanto e che mai è venuto meno ai suoi doveri di uomo onesto.
Vi giuro davanti a Dio che mai ho compiuto un assassinio ed ho agito, più che mi è stato possibile , nella rettitudine del cittadino, nell'onestà del lavoratore.
Ho aiutato quanti ho potuto .
Dio sia buono con voi eletti genitori.
Non vi potrò dare l'aiuto che ambivo ora che potevo cominciare a lavorare con voi.
Dall'alto pregherò per voi , per te adorata santa mamma , per te , babbo che vecchio e inabile al lavoro sovente hai guardato in me colui che sarebbe stato il tuo aiuto e la consolazione per la tua vecchiaia.
Rendo Dio testimone di quanto ho detto in queste ultime ore della mia vita.
Non imprecate contro gli uomini.
Errare è umano.
Il fato ha così voluto.
Vi abbraccio.

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Bruno Tuscano
Nato a Palizzi Marina (Reggio Calabria) il 20 marzo 1920, fucilato il 24 gennaio 1945 a San Maurizio Canavese (Torino), allievo ufficiale, Medaglia d'oro al Merito civile alla memoria.
Nell'agosto del 1942, fu mandato in Piemonte, a Ceva, per seguirvi il Corso allievi ufficiali di complemento dell'Aeronautica. Sorpreso dall'armistizio in provincia di Piacenza, dopo essere stato arrestato dai tedeschi riuscì a fuggire e, tornato in Piemonte, si impiegò prima in un ufficio statale di Sale Langhe e poi alla Prefettura di Cuneo. Qui ebbe modo di conoscere un amico di Duccio Galimberti che lo mise in contatto con gli Azionisti e lo convinse ad entrare nella Resistenza. Nel giugno del 1944 Tuscano passò in Valle di Lanzo e, aggregato alla II Divisione Garibaldi, ne divenne ufficiale istruttore e poi capo di stato maggiore della 19ma Brigata, con la quale partecipò ad un'intensa attività di guerriglia. I pesanti rastrellamenti del settembre del 1944 costrinsero il giovane a riparare in Francia. Tornato in Val di Lanzo, Bruno Tuscano assunse il comando della colonna alpina GL "Renzo Giua" e si diede ad organizzare i collegamenti tra i partigiani della Valle e le missioni alleate in Francia, ottenendone preziosi rifornimenti in armi e munizioni. Il 23 gennaio del 1945 incappò, con i suoi uomini, in una trappola organizzata presso Chialamberto dai paracadutisti del battaglione "Nembo" della RSI. Portato alla Casa Littoria di San Maurizio Canavese, Bruno Tuscano, durante l'interrogatorio riuscì a scagionare gli uomini della sua colonna. Condannato a morte fu fucilato. In occasione del 60° della Liberazione, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel Cortile d'onore del Quirinale, ha consegnato a Francesco Tuscano, fratello di Bruno, il riconoscimento alla memoria con questa motivazione: "Giovane di elevate qualità umane e morali, durante la guerra di liberazione, aderiva con appassionato impegno alla colonna di Giustizia e Libertà - Renzo Giua. Al comando di questa formazione, dopo quattro giorni di assedio, nei pressi di S. Maurizio Canavese (Torino), con generosità d'animo e fierissimo contegno, consegnandosi mortalmente al fuoco nemico, ottenne di salvare i suoi uomini, dando viva e coerente testimonianza di abnegazione e di elette virtù civiche. Pleclaro esempio di amor patrio e di spirito di sacrificio".


Fonte: Anpi.it

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