“Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare” (Sciascia)
Dopo l’attentato a Brindisi, costata la vita ad una ragazzina di 16 anni, la tensione e la paura sale tra gli organi di investigazione. Secondo alcune indiscrezioni, dal Ministero dell’Interno sta per partire un’informativa rivolta alle Questure d’Italia per proteggere i punti nevralgici esposti ad attacchi terroristici i quali portano i nomi di martiri: scuole, associazioni ecc.
Come afferma Gennaro Carotenuto: “In strategie della tensione”…[…]la mafia da sola non può essere, perché la mafia, le mafie, da sole in Italia non sono state mai, dal delitto Notarbartolo a Capaci. Come per via D’Amelio spunta sempre un uomo nero defilato nella foto di famiglia, una mente raffinata in grado di calcolare i pro e i contro. La chiamano criminalità organizzata ma sarebbe la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la scuola pubblica, più di ogni altro il simbolo dell’integrazione, dell’inclusione, del progresso. Veniamo da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata sistematicamente denigrata e asfissiata rendendole ogni giorno più difficile compiere la propria missione di democrazia. Adesso passano alle bombe. E in questa temperie culturale non sembra un caso la scelta dell’obbiettivo. Melissa Bassi, l’adolescente assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola premiata per la sua lotta per l’educazione alla legalità. Melissa si educava alla democrazia. Chi l’ha colpita ha voluto colpire la democrazia rappresentata dalla scuola pubblica.
Gli investigatori in queste ore non escludono la pista terroristica.
Nessuno si sbilancia ma da un’informativa d’intelligence di Marco Federico del 13 maggio in riferimento all’attentato a Roberto Adinolfi è emerso che la FAI (Federazione Anarchica Informale) colpisce utilizzando una diversa ma, pur sempre violenta tecnica.
Fino ad ora la strategia usata dalla federazione anarchica informale era stata quella dell’utilizzo di lettere o pacchi bomba, mentre l’attentato di lunedì 7 maggio scorso, può rappresentare l’inizio di un cambiamento preoccupante che mira “all’azione diretta” nei confronti di una vittima scelta accuratamente con un fine ben preciso.
La situazione è davvero critica perchè si intendono colpire i simboli dello Stato e delle Istituzioni per indebolirle e sfiancarle…
La grave crisi economico-sociale che stiamo attraversando, sicuramente sta favorendo il proliferare di aggregazioni eversive: da una parte ci sono gli anarchici insurrezionalisti con le diverse cellule collegate (v.d. Olga) sia in Italia che all’Estero (Spagna, Grecia e Svizzera) dall’altra situazioni di disperazione e di grave disagio sociale potrebbero degenerare in rivolte “manipolate e pilotate” da coloro che intendono distruggere più che cercare di unire le forze e costruire.
Riprendo le considerazioni pubblicate da Gateana Pavone sul sito servizi segreti.com sulla disamina del periodo buio delle brigate rosse: “La verità bisogna che salti fuori; i morti che ci sono stati,proprio nel loro rispetto,bisogna studiare,capire,relazionare eventi e situazioni,in modo tale che, un DOMANI,tutti sappiano,…in modo tale che i nostri figli capiscano che ,alle volte e solo alle volte, non tutte le amicizie coltivate tra i banchi di scuola, come anche le ideologia sono veramente democratiche,come il nostro Paese insegna".
La libertà di manifestare ci deve essere nel rispetto di tutti i pareri contrari; lo Stato e la propria cittadinanza deve essere rispettata mantenendo saldi i principi di democrazia, libertà, valori etici, legalità e giustizia, altrimenti non avremo più origini. I reati devono essere puniti con una equa pena, non è possibile vivere nel caos assoluto! L’Italia è nata grazie a persone che sono morte per tenerla unita, dobbiamo ricordare a noi stessi ed ai nostri figli che in ogni angolo, anche il più sperduto della penisola hanno inciso i nomi dei nostri genitori, nonni e bisnonni...
Diceva bene Sciascia:
“Il nostro è un paese senza memoria e verità,ed io per questo cerco di non dimenticare”
foto: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/f/fb/Sciascia_palazzolo.jpg/250px-Sciascia_palazzolo.jpg
Paolo Latella
Come afferma Gennaro Carotenuto: “In strategie della tensione”…[…]la mafia da sola non può essere, perché la mafia, le mafie, da sole in Italia non sono state mai, dal delitto Notarbartolo a Capaci. Come per via D’Amelio spunta sempre un uomo nero defilato nella foto di famiglia, una mente raffinata in grado di calcolare i pro e i contro. La chiamano criminalità organizzata ma sarebbe la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la scuola pubblica, più di ogni altro il simbolo dell’integrazione, dell’inclusione, del progresso. Veniamo da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata sistematicamente denigrata e asfissiata rendendole ogni giorno più difficile compiere la propria missione di democrazia. Adesso passano alle bombe. E in questa temperie culturale non sembra un caso la scelta dell’obbiettivo. Melissa Bassi, l’adolescente assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola premiata per la sua lotta per l’educazione alla legalità. Melissa si educava alla democrazia. Chi l’ha colpita ha voluto colpire la democrazia rappresentata dalla scuola pubblica.
Gli investigatori in queste ore non escludono la pista terroristica.
Nessuno si sbilancia ma da un’informativa d’intelligence di Marco Federico del 13 maggio in riferimento all’attentato a Roberto Adinolfi è emerso che la FAI (Federazione Anarchica Informale) colpisce utilizzando una diversa ma, pur sempre violenta tecnica.
Fino ad ora la strategia usata dalla federazione anarchica informale era stata quella dell’utilizzo di lettere o pacchi bomba, mentre l’attentato di lunedì 7 maggio scorso, può rappresentare l’inizio di un cambiamento preoccupante che mira “all’azione diretta” nei confronti di una vittima scelta accuratamente con un fine ben preciso.
La situazione è davvero critica perchè si intendono colpire i simboli dello Stato e delle Istituzioni per indebolirle e sfiancarle…
La grave crisi economico-sociale che stiamo attraversando, sicuramente sta favorendo il proliferare di aggregazioni eversive: da una parte ci sono gli anarchici insurrezionalisti con le diverse cellule collegate (v.d. Olga) sia in Italia che all’Estero (Spagna, Grecia e Svizzera) dall’altra situazioni di disperazione e di grave disagio sociale potrebbero degenerare in rivolte “manipolate e pilotate” da coloro che intendono distruggere più che cercare di unire le forze e costruire.
Riprendo le considerazioni pubblicate da Gateana Pavone sul sito servizi segreti.com sulla disamina del periodo buio delle brigate rosse: “La verità bisogna che salti fuori; i morti che ci sono stati,proprio nel loro rispetto,bisogna studiare,capire,relazionare eventi e situazioni,in modo tale che, un DOMANI,tutti sappiano,…in modo tale che i nostri figli capiscano che ,alle volte e solo alle volte, non tutte le amicizie coltivate tra i banchi di scuola, come anche le ideologia sono veramente democratiche,come il nostro Paese insegna".
La libertà di manifestare ci deve essere nel rispetto di tutti i pareri contrari; lo Stato e la propria cittadinanza deve essere rispettata mantenendo saldi i principi di democrazia, libertà, valori etici, legalità e giustizia, altrimenti non avremo più origini. I reati devono essere puniti con una equa pena, non è possibile vivere nel caos assoluto! L’Italia è nata grazie a persone che sono morte per tenerla unita, dobbiamo ricordare a noi stessi ed ai nostri figli che in ogni angolo, anche il più sperduto della penisola hanno inciso i nomi dei nostri genitori, nonni e bisnonni...
Diceva bene Sciascia:
“Il nostro è un paese senza memoria e verità,ed io per questo cerco di non dimenticare”
foto: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/f/fb/Sciascia_palazzolo.jpg/250px-Sciascia_palazzolo.jpg
Paolo Latella
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